Può la musica arrivare dove non riesce la scienza?

Un articolo di Alessandro Pilo, pubblicato sul numero 38 di FunnyVegan.

 

Violino primo del Teatro la Fenice di Venezia, Sara Michieletto ha creato il progetto Emotion for Change. Suoni, parole e azioni per salvare il pianeta.

Nel 2015 Sara Michieletto, violino primo del Teatro la Fenice, venne invitata a eseguire un concerto in Italia in concomitanza con l’importante conferenza delle Nazioni Unite di Parigi sul clima COP21. A Michieletto l’idea di dare un contributo nella lotta al riscaldamento globale con la musica piacque da subito. Partendo da quel concerto la violinista ha creato in collaborazione con una dozzina di musicisti professionisti ugualmente preoccupati per il futuro del pianeta il progetto Emotion for change, una performance musicale che prova a sensibilizzare sul clima e a divulgare un nuovo modo di pensare, più sobrio ed ecologista.

Michieletto descrive così il concerto: “si divide in tre parti, inizialmente i brani sono più meditativi e descrittivi, parlano del paesaggio sonoro naturale del passato, l’ispirazione è arrivata anche da Albinoni e Vivaldi. La fase centrale è fatta di brani frenetici e angoscianti, tipici della nostra epoca di separazione dalla Natura. Infine nella fase finale è palpabile la speranza e il desiderio di agire per mitigare le drammatiche conseguenze delle abitudini incoscienti”.

Se il percorso emozionale del concerto Emotion for Change rimane sempre lo stesso, la musica può mutare a seconda del luogo in cui verrà suonata: “a Jakarta abbiamo collaborato con musicisti giavanesi, balinesi e sundanesi e si è alluso al dramma delle foreste vergini incendiate. A Sarajevo abbiamo accennato alla desertificazione dell’Erzegovina, collaborando con un cornista della Sarajevska Filharmonija. Ad Algeri abbiamo parlato di siccità suonando con un percussionista algerino”, spiega la violinista. Emotion for change infatti non è solo musica: ogni spettacolo viene accompagnato dalle parole di uno scienziato locale che racconta in modo poetico, nel climax drammatico musicale, quali cambiamenti climatici saranno attesi tra venti o trent’anni in quella specifica città o regione.

Al termine di ogni spettacolo arriva infine un’azione concreta dal forte valore simbolico: vengono distribuiti i semi di un albero autoctono o di fiori particolarmente graditi alle api.  “Piantare e far crescere una pianta è un esercizio di responsabilità verso un essere vivente ed è l’azione più efficace in assoluto contro il cambiamento climatico”, afferma Michieletto, che aggiunge: “il messaggio chiave dell’evento è: iniziamo a fare il necessario, poi ciò che è possibile: ci troveremo a fare l’impossibile”.

Ma la musica può aiutare a cambiare le nostre abitudini quotidiane? La violinista ne è convinta: “musica e arte possono arrivare dove la scienza non riesce.  Per molti è difficile cambiare opinioni e abitudini ben consolidate davanti ai fatti. Ma è dimostrato che gli esseri umani, se toccati emotivamente, diventano più inclini a cambiare i propri comportamenti. La nostra performance può essere definita un’alleanza tra arte e scienza, collaboriamo con molti scienziati di primo piano e usiamo la nostra esperienza artistica per divulgare il loro messaggio, fondamentale ma troppo spesso inascoltato, in un modo emozionale”.

Oltre che nei teatri, Emotion for change punta molto sulle attività nelle scuole, con l’obiettivo di creare maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici soprattutto nella generazione che ne pagherà il prezzo più alto. In modo da raggiungere più persone possibile, Emotion for change è uscito ora anche con un CD. Il libretto vede il contributo di due testimonial d’eccezione, il climatologo e noto volto televisivo Luca Mercalli e Giuseppe Paschetto, insegnante di Scienze in una scuola pubblica e finalista del Global Teacher Prize 2019.

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